Milo era il cane più difficile del rifugio.
Nessuno lo sceglieva: abbaiava, si nascondeva, ringhiava se qualcuno gli si avvicinava troppo.
Era stato trovato legato a una catena, e la fiducia era l’ultima cosa che gli restava.
Non so cosa mi abbia spinto a fermarmi davanti al suo box quel giorno.
Forse i suoi occhi, che dicevano “non mi fido di te, ma non andare via”.
Ci sono voluti mesi di pazienza: prima gli davo il cibo da lontano, poi seduto accanto, poi un giorno si è lasciato accarezzare.
È stato come vincere la lotteria.
Oggi Milo dorme con il muso sul mio cuscino, odia i temporali e ama il formaggio più di ogni cosa.
Non è un cane facile, ma è il mio cane.
E ogni volta che mi guarda, mi ricorda che la fiducia non si impone: si conquista, lentamente.
- Rosario